Omicidio volontario. E' l'accusa per la quale la Procura di Pavia chiede il rinvio a giudizio di Massimo Adriatici, 50 anni, ex assessore leghista di Voghera (Pavia). Dalla sua pistola partì il colpo che, la sera del 20 luglio 2021, uccise in piazza Meardi a Voghera (Pavia) Younes El Boussettaoui, 39enne marocchino.
La decisione verrà presa dal giudice Luigi Riganti nell'udienza preliminare del prossimo 11 settembre. Lo scorso 6 novembre la giudice Valentina Nevoso aveva chiesto alla Procura di modificare il capo di imputazione che nel primo processo era eccesso colposo di legittima difesa. Nella sua ordinanza, la giudice aveva elencato tutte le condotte di Adriatici che non giustificherebbero la legittima difesa.
Anche in qualità di ex poliziotto, aveva sostenuto, avrebbe potuto valutare meglio la situazione e sparare altrove, ad esempio alle gambe. Dopo aver letto le motivazioni, la giudice Nevoso aveva chiesto la riqualificazione del reato in omicidio volontario con dolo eventuale e quindi la trasmissione degli atti in Procura. Nella sua requisitoria, il pubblico ministero Roberto Valli aveva formulato la richiesta di una condanna a 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo di legittima difesa, mentre gli avvocati della difesa avevano chiesto l'assoluzione. In seguito alla trasmissione degli atti alla Procura, il pm Valli ha deciso di rinunciare all'indagine che è stata presa in carica direttamente dal procuratore Fabio Napoleone e dal procuratore aggiunto Stefano Civardi.
I difensori di Adriatici potrebbero chiedere che il loro assistito venga giudicato con rito abbreviato, che consentirebbe lo sconto in caso di condanna (14 anni invece di 21). I familiari della vittima hanno già annunciato di essere pronti a costituirsi parte civile anche nel nuovo processo. Nella deposizione rilasciata in tribunale durante il primo processo, Adriatici aveva affermato di aver agito d'istinto: "Dopo essere stato colpito da Youns con un pugno non ricordo nulla. Ho un vuoto. Ho avuto paura": Adriatici sostiene di aver visto El Boussettaoui rovesciare i tavoli esterni di un ristorante: "E' sempre stato lui a camminare verso di me, mai io verso di lui".
L'imputato ha spiegato di aver visto il 39enne avvicinarsi, di avergli mostrato la pistola, di aver avuto paura e poi di essere stato colpito. A quel punto, dalla sua pistola è partito il colpo risultato fatale a Youns. "Mi sono accorto di aver sparato un colpo ma non sapevo se l'avevo colpito o no, gli ho toccato il collo per sentire il battito. Ma di quei momenti ho ricordi confusi". Adriatici ha spiegato anche che portava in tasca la pistola con il colpo in canna e senza sicura, seguendo l'addestramento avuto quando era in polizia, per motivi di sicurezza. Uno dei periti sentiti durante il primo processo aveva spiegato che non è vietato dalla legge portare il colpo in canna, definendo però "superficiale e imprudente" farlo come atteggiamento difensivo.
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