"È doloroso constatare che, allo
stato attuale, non sia realmente possibile partecipare a una
manifestazione d'interesse per lo Stadio di San Siro". Lo scrive
in una lettera indirizzata al sindaco di Milano Giuseppe Sala il
promoter di concerti e fondatore di Barley Arts Claudio Trotta
parlando del bando promosso dal Comune per la vendita di stadio
e aree che avrà scadenza il 30 aprile.
"Avendo organizzato molti concerti diventati patrimonio
storico della cultura della bellezza dello spettacolo dal vivo -
scrive Trotta -, ho avuto modo a più riprese di manifestare e
sostenere con convinzione la necessità che il Meazza venisse
ammodernato". Claudio Trotta racconta poi di avere pensato ad un
progetto insieme ad altri operatori dello spettacolo dal vivo
per salvare San Siro, partecipando al bando lanciato dal Comune.
"Ma ci siamo dovuti fermare. E non per mancanza di idee, di
volontà, di visione o coraggio ma per le modalità con cui è
stato presentato il bando - spiega -. In particolare, i tempi:
appena 37 giorni per presentare una
proposta, a fronte dei cinque anni e mezzo di interlocuzioni
goduti dai fondi che gestiscono le due società calcistiche. Un
tempismo quantomeno curioso, che sembra costruito per
scoraggiare, se non escludere, ogni proposta alternativa. Molti
operatori, me compreso, confidavano in almeno 120 giorni, il
minimo per elaborare un piano serio, strutturato e sostenibile.
Non è stato così".
Ma il vero nodo è un altro secondo Trotta e cioè che non si
parla più solo dello stadio, ma anche delle aree: "Non si sta
più parlando di valorizzare un bene pubblico iconico, ma di una
vera e propria operazione
immobiliare, ben lontana da ciò che si vorrebbe far passare come
un progetto per la collettività - conclude -. Chi lavora per la
cultura, l'inclusione e la partecipazione non può competere su
un terreno fatto di rendite fondiarie e strumenti urbanistici".
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