Un cimitero chiuso da oltre un
secolo si trasforma in museo a cielo aperto a Viggiù, in
provincia di Varese, grazie a un progetto dell'Università
dell'Insubria sostenuto da Fondazione Cariplo con un contributo
di 170mila euro nell'ambito del bando 'Luoghi da rigenerare
2024'. Il cimitero vecchio del piccolo paese famoso per i suoi
scalpellini, utilizzato per circa un secolo, si è conservato
quasi integralmente, mantenendo intatto il suo fascino
ottocentesco.
Per conservare il sito, nel progetto sono previsti anche il
consolidamento delle strutture murarie esistenti e la creazione
di un nuovo ingresso.
Ad accompagnare i visitatori sarà la app Vivi, con percorsi
che combinano punti di interesse segnalati da QR code, collegati
a contenuti virtuali immersivi che raccontano la storia del
luogo e dei suoi abitanti. Inoltre, verrà realizzato un percorso
'gamificato' tra monumenti e lapidi. Il progetto prevede non
solo la musealizzazione del sito, ma anche scavi archeologici e
indagini bioarcheologiche.
Responsabile scientifico di 'Vivi - Vivere il cimitero di
Viggiù' è Marta Licata, ricercatrice in Antropologia e docente
di Archeobiologia del Dipartimento di Biotecnologie e scienze
della vita dell'Insubria. "Il cimitero di Viggiù - spiega -
rappresenta un contesto davvero originale sotto il profilo
scientifico. Per la prima volta il nostro gruppo di antropologi
avrà la possibilità di confrontare i dati osteologici con le
fonti archivistiche per ricostruire la storia delle persone
sepolte. La possibilità di indagare l'area cimiteriale prima
attraverso le prospezioni geologiche, poi con le indagini
archeologiche, antropologiche e archivistiche ci permetterà di
ottenere contenuti che andranno ad arricchire la visita del
cimitero".
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