Era stata processata in sede penale
per aver ucciso un considerevole numero di cani e poi condannata
dalla Cassazione. Si chiude ora anche in sede civile la vicenda
del "canile degli orrori" di Cremona. La Corte d'Appello di
Brescia ha dato ragione all'Associazione Zoofili Cremonesi,
rappresentata dall' avv. Giorgio Maione, e ha condannato Nin
Cheti, ex responsabile del canile di Cremona, a un risarcimento
danni di 21.000 euro all'associazione più le spese legali. Lo
rende noto lo stesso ente.
Nin Cheti era stata condannata a due anni e due mesi di
reclusione, con altre due volontarie, per avere ucciso dal 2005
al marzo 2009 con crudeltà e senza necessità, un considerevole
numero di cani, anche intere cucciolate, e di gatti, inoculando
ingiustificatamente e illegittimamente il farmaco eutanasico
Tanax o il Penthotal sodium. Circostanze che destarono clamore
nell'opinione pubblica e che hanno costantemente accomunato -
viene ricordato - l'incolpevole associazione con Nin Cheti nella
gestione di quello che è stato appunto definito "canile degli
orrori".
Costituendosi in giudizio l'Associazione Zoofili di Cremona
aveva chiesto e ottenuto la condanna di Nin Cheti al
risarcimento dei danni derivanti dal sequestro del canile
all'associazione e dal clamore mediatico e dal discredito subito
dalla terribile vicenda. Oggi il canile di Cremona è gestito
dall'associazione zoofili che - sottolinea - "finalmente ha
ottenuto giustizia".
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