L'ospedale Gaslini di Genova guarda
al futuro e, con la simbolica posa della prima pietra, sono
partiti i lavori per la costruzione del Padiglione Zero, che
sarà destinato a tutte le funzioni di emergenza-urgenza a
elevata intensità assistenziale e chirurgica con tecnologie
all'avanguardia. "Il cantiere è già partito - ha spiegato
Edoardo Garrone, presidente dell'Irccs G. Gaslini - ma la
cerimonia diventa una pietra miliare del Gaslini dei prossimi
100 anni. Siamo un centro di eccellenza non solo clinico ma
anche scientifico, qui arrivano bambini da 40 paesi.
L'investimento era necessario perché una struttura di 20
padiglioni pensata nel 1930 non è più adeguata alla medicina
moderna che ha bisogno di strutture diverse e più funzionali. Il
Padiglione Zero deve essere consegnato entro la fine dell'anno
prossimo, poi ci saranno le altre due fasi della costruzione del
padiglione 1 e 2, dove ci sarà la bassa intensità di cura e la
parte dei laboratori. L'opera verrà completata entro il 2029".
"Il Gaslini è un orgoglio ligure e punto di riferimento a
livello nazionale e internazionale per la pediatria - ha detto
il presidente della Regione Liguria Marco Bucci -. Crediamo che
l'ammodernamento portato avanti dal progetto Nuovo Gaslini avrà
un effetto positivo sulla capacità di assistere in modo
efficiente i piccoli pazienti e le loro famiglie, in un ospedale
sempre più a misura di bambini, in grado non solo di garantire
loro prestazioni sanitarie all'avanguardia ma anche di farlo in
un ambiente il più possibile accogliente. Il Nuovo Gaslini è
dunque un elemento fondamentale del lavoro che stiamo portando
avanti in tutta la Liguria per offrire ai nostri cittadini una
nuova e più moderna rete ospedaliera". "L'ospedale Gaslini è
una realtà che è entrata profondamente nell'identità della
nostra città - ha aggiunto il sindaco facente funzioni Pietro
Piciocchi - che conferisce una grande reputazione anche
internazionale a Genova: la giornata di oggi è uno sguardo di
fiducia verso il futuro. Poniamo al centro il nostro servizio
pubblico sanitario in una dimensione di particolare attenzione a
coloro che sono più fragili".
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