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Femminicidio Matteuzzi: difesa imputato cita 'tempesta emotiva'

Femminicidio Matteuzzi: difesa imputato cita 'tempesta emotiva'

Parti civili: Alessandra ridotta a una cosa.Sentenza 12 febbraio

BOLOGNA, 23 gennaio 2024, 11:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Padovani era un maniaco del controllo, un controllo costante, asfissiante.

Alessandra doveva accettare di essere un burattino, un pupazzetto nelle sue mani, una 'res', quello doveva diventare Alessandra perché Padovani fosse soddisfatto.

E se Padovani non è soddisfatto non è che va via, che va su altri lidi, Padovani la ammazza". E' uno dei passaggi dell'arringa del difensore di parte civile, Antonio Petroncini, nell'ambito del processo, davanti alla Corte d'Assise di Bologna, che vede accusato l'ex calciatore Giovanni Padovani per l'omicidio dell'ex fidanzata, Alessandra Matteuzzi, uccisa il 23 agosto del 2022 a colpi di calci, pugni, martellate e colpi di panchina. La scorsa udienza la Procura aveva chiesto l'ergastolo per Padovani, con le aggravanti dello stalking, del vincolo del legame affettivo, dei motivi abietti e della premeditazione. Nella prossima udienza, fissata per il 12 febbraio, i giudici si ritireranno in camera di consiglio per emettere la sentenza.
    In aula, sempre in rappresentanza delle parti civili, hanno preso la parola anche i quattro centri antiviolenza (Casa Donna, Sos Donna, Mondo Donna e Udi) di Bologna. "Questo terribile femminicidio ha determinato un arretramento culturale rispetto a quanto è stato fatto da noi fino ad ora", ha sottolineato Francesca Chiaravalloti, legale di Sos Donna.
    Infine è toccato alla difesa di Giovanni Padovani, con l'avvocato Gabriele Bordoni, che ha ricordato "la tempesta emotiva, un concetto espresso male ma non del tutto sbagliato".
    La citazione di Bordoni, per mettere in discussione l'aggravante dei motivi futili e abietti, è al riferimento nella sentenza, poi ribaltata nell'appello-bis e in Cassazione, che dimezzò da 30 anni a 16 anni la pena per Michele Castaldo, giudicato colpevole di aver ucciso la ex, Olga Matei. A giustificare lo sconto, in quel caso, contribuendo alla provvisoria concessione delle attenuanti generiche, era stato il riferimento alla "soverchiante tempesta emotiva e passionale" determinata dalla gelosia, che contribuì, secondo i giudici, a mitigare la responsabilità del femminicidio.

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