Giovanni Padovani è capace di
partecipare coscientemente al processo, che lo vede imputato
davanti alla Corte di assise di Bologna per l'omicidio dell'ex
fidanzata Alessandra Matteuzzi, assassinata a colpi di martello
e panchina il 23 agosto 2022, sotto casa di lei, in via
dell'Arcoveggio. E' la conclusione a cui sono arrivati i periti
nominati dai giudici, Pietro Pietrini, Giuseppe Sartori e
Cristina Scarpazza, che hanno esaminato la documentazione
giudiziaria, clinica e hanno avuto colloqui con il 27enne.
L'accertamento era stato chiesto dalla difesa, avvocato Gabriele
Bordoni, mentre i familiari della vittima sono assistiti dagli
avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini. I legali di parte
civile non si erano opposti e neppure la Procura, con il
procuratore aggiunto Lucia Russo e il pm Francesca Rago. Parti
civili sono anche il Comune di Bologna (avvocato Antonio
Calastro) e le associazioni onlus Casa delle donne, Mondo donna,
Udi (avvocato Rossella Mariuz), e Sos donna.
Padovani, secondo i periti, è risultato essere vigile e
lucido ai colloqui, con capacità di interlocuzione e di
comprensione delle domande, memoria integra, buona capacità di
ragionamento. Sottoposto a un test di valutazione delle funzioni
cognitive, è emerso che queste sono efficienti come quelle di un
soggetto medio.
Inoltre ha dimostrato di sapere cosa sia un processo (è in
grado di difendersi e controbattere alle accuse), e la gravità
del suo gesto, nonostante dica di essere convinto che la vittima
non sia morta dopo l'aggressione; non sono emerse infine
alterazioni delle percezioni, disturbi o pensieri psicotici.
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