Le spose bambine possono sembrare un problema del passato o di aree remote, ma in realtà i matrimoni precoci rimangono una seria minaccia per le ragazze di tutto il mondo, una pratica illegale che è quasi universalmente condannata ma rimane diffusa. Una realtà che impedisce alle ragazze di potersi realizzare autonomamente o di poter proseguire nel loro percorso di studio.
Una pratica dannosa che non solo implica la violenza di genere, ma anche la violazione di molteplici diritti. Una forma di discriminazione che limita l'autonomia e l'indipendenza delle donne e rafforza l'idea che la cosa migliore che possa capitare ad una ragazza è sposarsi e avere figli.
Il matrimonio infantile, infatti, è un fattore trainante della gravidanza adolescenziale. A livello globale, secondo i dati dell'Onu, una ragazza su tre partorirà prima dei 20 anni e le complicazioni della gravidanza e del parto sono una delle principali cause di morte delle giovani tra i 15 e i 19 anni. Le nascite da adolescenti rappresentano il 16% di tutte le nascite e più del 50% delle seconde nascite nell'adolescenza avviene entro 23 mesi dall'ultimo parto.
Inoltre, in molte aree del mondo, se il bambino che nasce non è un maschio, la madre può subire violenze da parte del marito e della sua famiglia. Si stima che le ragazze sposate prima dei 15 anni abbiano il 41% in più di probabilità di subire violenza da parte del partner rispetto alle donne sposate dopo i 18 anni. Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa), che ha avviato una campagna per dire "No, non voglio" al matrimonio infantile, quasi una giovane donna su cinque in tutto il mondo si è sposata da bambina.
I dati dell'agenzia Onu parlano di più di 650 milioni di donne e ragazze in tutto il mondo che si sono sposate o hanno avuto unioni informali prima dei 18 anni. E se è vero che il maggior numero di spose bambine vive nella regione Asia-Pacifico, che il tasso più alto di matrimoni precoci si registra nell'Africa sub-sahariana e in America Latina e che nei Caraibi si prevede la seconda più alta prevalenza di matrimoni precoci entro il 2030, il problema, come riferisce l'Onu, esiste anche in paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Per le famiglie povere, infatti, il matrimonio infantile è una soluzione per sollevarsi da un onere finanziario e affidare la cura della figlia a una famiglia in grado di provvedere a lei. I matrimoni precoci poi aumentano in contesti umanitari fragili, poiché conflitti, sfollamenti e disastri climatici possono decimare i mezzi di sussistenza e interrompere l'istruzione. Per questo anche se i matrimoni infantili sono quasi universalmente vietati, si prevede che circa 12 milioni di ragazze continueranno a sposarsi ogni anno.
Molti paesi, infatti, vietano il matrimonio infantile in linea di principio, ma prevedono eccezioni con il consenso dei genitori o in base al diritto religioso o consuetudinario. Ne è un esempio la Colombia dove il matrimonio infantile era già tecnicamente proibito, ma reso possibile da un articolo del Codice Civile, datato 1887, che consentiva ai maggiori di 14 anni di poter contrarre matrimonio sia con maggiorenni che con altri minorenni previo consenso dei genitori. Genitori poveri che spesso per fame 'vendono' le loro figlie.
Secondo i dati dell'Unicef, nel Paese sudamericano un'adolescente su cinque è sposata e una bambina su dieci, di età compresa tra i 10 e i 14 anni, vive come se lo fosse. E' stata dunque una lunga e dura battaglia di civiltà quella portata avanti in Parlamento dalla senatrice Clara López e dalla deputata Jennifer Dalley Pedraza Sandoval per far approvare la legge che ora vieta in Colombia i matrimoni infantili.
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