Sono 17.490 le imprese dellafiliera
florovivaistica italiana, concentrate principalmente in
Lombardia, Sicilia, Puglia, Toscana e Campania, che da sole
rappresentano più della metà del valore della produzione
nazionale di 3,3 miliardi, un settore che nel 2023 ha superato
la cifra di 1,2 miliardi di export pari al 5,4% in più rispetto
all'anno precedente. Sono i dati di uno studio della società
Nomisma presentati a Genova dall'Associazione nazionale vivaisti
esportatori e dall'Ice-Agenzia per la promozione all'estero e
l'internazionalizzazione delle imprese italiane in occasione
della cerimonia inaugurale di Euroflora, una delle principali
floralies europee in programma fino al 4 maggio. Tra i
principali mercati di sbocco del florovivaismo italiano ci sono
in particolare Germania, Francia e Paesi Bassi. "Escludendo il
comparto dei fiori recisi, il settore produce 1,7 miliardi in
Italia, e 700 milioni sono esportati, quindi più del 40%",
sottolinea il presidente di Anve Luigi Pagliani. "È un settore
che sta crescendo, è cresciuto nel periodo del covid e le
aziende sono riuscite a mantenere l'aumento negli anni, ma extra
Ue abbiamo solo un'esportazione di 103 milioni mentre nel nostro
mercato principale. Poco, considerando che solo la Francia sono
220 milioni - aggiunge -. Le nostre esportazioni sono orientate
principalmente in Europa perché al di fuori abbiamo grosse
barriere fitosanitarie e anche climatiche". Più del 60% delle
imprese, riporta ancora lo studio, applica pratiche agronomiche
sostenibili, ma solo il 19% accede a strumenti di finanziamento
pubblico per la transizione green. Sul fronte dell'innovazione
il 70% delle imprese ha già investito in tecnologia per
l'efficienza idrica ed energetica ma solo il 15% utilizza
strumenti digitali.
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