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Lavorare di notte fa invecchiare più rapidamente

Lavorare di notte fa invecchiare più rapidamente

Altera l'orologio iologico delle cellule muscolari

06 maggio 2025, 07:19

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Cellule dei muscoli del pesce zebra, rese fluorescenti (fonte: King 's College London) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cellule dei muscoli del pesce zebra, rese fluorescenti (fonte: King 's College London) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi fa lavori che richiedono turni di notte rischia di invecchiare molto più rapidamente: la causa è nell'orologio biologico delle cellule muscolari, che viene alterato dall'attività notturna e provoca così la perdita di tessuto muscolare e di forza, proprio come avviene normalmente in età avanzata. Le conseguenze sulla salute possono essere gravi, come disabilità fisica, aumento del rischio di cadute e fratture e riduzione della qualità di vita. Lo indica lo studio condotto sui pesci zebra, fra gli organismi più studiati dai genetisti, e coordinato dal King's College di Londra. Pubblicata sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze americana, Pnas, la ricerca getta le basi per sviluppare strategie che possano migliorare la salute e dei lavoratori costretti ai turni di notte.

I ricercatori coordinati da Jeffrey Kelu hanno usato per il loro studio il pesce zebra, che condivide con gli esseri umani fino al 70% dei geni, è semplice da studiare in laboratorio ed è trasparente, quindi permette di osservare facilmente anche i muscoli. E' emerso così che le cellule muscolari hanno un proprio orologio interno: di notte, questo avvia la degradazione delle proteine difettose che si accumulano durante il giorno, rigenerando i muscoli mentre il corpo riposa.

I pesci con orologio malfunzionante hanno invece mostrato i classici segni dell'invecchiamento accelerato: "Sebbene non siano state osservate differenze significative in età più giovane, come 6 mesi o 1 anno, i pesci privi di un orologio muscolare funzionale mostravano chiari segni di invecchiamento precoce a 2 anni", dice Kelu: "Erano più piccoli, pesavano meno, nuotavano meno frequentemente e a velocità inferiori. Ciò apre la strada a future terapie che potrebbero migliorare l'invecchiamento dei lavoratori".

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