A pochi metri dalla stanza del Gemelli, a Roma, dove da nove giorni è ricoverato Papa Francesco, all'interno e all'esterno della chiesa centrale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, diverse centinaia di persone hanno voluto dare in mattinata un ultimo saluto al professor Giovanni Scambia. Direttore scientifico della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli e luminare della ginecologia oncologica morto a 65 anni lo scorso 20 febbraio, a causa di un tumore al pancreas.
Pazienti, autorità civili, militari, accademiche, colleghi, studenti, specializzandi. Era composta da queste persone la grande folla che ha riempito i banchi all'interno della chiesa e all'esterno, sul sagrato e nel piazzale, largo Francesco Vito.
Così come numerose, diverse decine, erano le corone di fiori, tra rose, gerbere e gigli, posate sulle scale da parte di gente comune, artisti, reparti ospedalieri, uffici, associazioni, autorità, accanto ai libri per le condoglianze e al maxischermo che per oltre due ore ha trasmesso la celebrazione tenuta da monsignor Claudio Giuliodori. Funerale aperto dall'Ave Maria cantato e da un corteo di professori ordinari della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica guidati dalla rettrice Elena Beccalli e dal preside di Medicina Antonio Gasbarrini, tutti vestiti in abiti accademici.
"Tu non hai mai speculato sulle speranze o sulla disperazione delle persone malate ma hai sempre saputo dare risposte concrete ed efficaci - le parole del vescovo nel corso dell'omelia - Quante donne hanno cercato rifugio e conforto sotto il mantello della tua alta professionalità e hanno trovato speranza grazie al tuo sguardo scientifico e alla tua perizia". E proprio tante di quelle pazienti a cui "ha salvato la vita", come hanno raccontato, erano in chiesa per quest'ultimo omaggio e ringraziamento.
Presenti, tra gli altri, anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. E poi gli ex ministri della Salute, Beatrice Lorenzin e Francesco De Lorenzo e l'ex ministro dell'Economia, Giovanni Tria.
"Per tantissime persone, e non solo pazienti, ha fatto la vera differenza, generando motivazione e speranza, ancora prima della cura, con i suoi straordinari talenti e la sua travolgente passione per la ricerca", il ricordo di Bernini in un lungo post sui social.
Di una "formidabile eredità" ha poi parlato ancora monsignor Giuliodori nell'omelia che si è conclusa proprio con le parole e il video di Scambia. Un testamento spirituale che simboleggia quello che è stato il suo grande entusiasmo a sostegno della ricerca oncologica, tratto dal docufilm "Le radici del domani" registrato solo lo scorso novembre. Un messaggio, quello lasciato dal professore, rivolto ai giovani, un invito a "meravigliarsi dei progressi e delle conquiste così come mi meraviglio ancora io oggi dove siamo arrivati". Parole accolte dagli applausi e dalla commozione delle centinaia di persone in chiesa e sul sagrato.
"Giovanni è come Lucio Dalla poteva essere per la musica: unico e irripetibile", è, quindi, il ricordo di Gasbarrini al termine dei funerali e che ha preceduto il saluto della figlia di Scambia, Luisa. "Ho sempre saputo che le tue assenze erano il piccolo prezzo da pagare per il tuo grande impegno da medico - le sue parole - Ciao papà. Sei stato un grande padre".
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