Nuovi tentativi di cooperazione nel
settore dell'automotive in Giappone, in una fase di crescente
incertezza. Mitsubishi ha detto di valutare la possibilità di
produrre congiuntamente veicoli sport utility (suv) con Nissan
in uno stabilimento di quest'ultima negli Stati Uniti, nel
tentativo di attenuare l'impatto delle politiche tariffarie
volute dall'amministrazione Trump.
Attualmente Mitsubishi assembla veicoli in Giappone per la
vendita sul mercato del Nord America, e in una conferenza stampa
il presidente Takao Kato ha dichiarato che la produzione locale
è essenziale per vendere automobili nel Paese. Il piano prevede
che le due case automobilistiche giapponesi investano
congiuntamente in un impianto Nissan già esistente per produrre
nuove automobili, sebbene Mitsubishi non abbia rivelato dettagli
sull'ammontare dell'investimento o la data di inizio delle
operazioni.
I dazi statunitensi hanno avuto un impatto significativo sui
conti di Mitsubishi, il cui utile operativo nell'anno fiscale in
corso è previsto in calo del 28% rispetto all'anno precedente, a
circa 100 miliardi di yen (610 milioni di euro). Il governo di
Tokyo ha chiesto senza successo al Paese alleato la rimozione
completa delle tariffe "reciproche", oltre a un prelievo
supplementare del 25% sulle automobili e un dazio del 25% su
acciaio e alluminio. Il Paese del Sol levante dipende in larga
misura dall'export di automobili e l'America ne rimane la
destinazione principale. Dei 21,300 miliardi di yen di Made in
Japan verso gli Stati Uniti nel 2024, pari a un valore di 132
miliardi di euro, gli autoveicoli rappresentano circa un terzo
del totale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA