Rigenerare e valorizzare il
patrimonio culturale, responsabilizzando le comunità locali e
potenziando le loro capacità imprenditoriali per co-creare e
testare innovazioni sostenibili per un turismo culturale
circolare attraverso reti/metodologie di innovazione
collaborativa e strategie di investimento efficaci; è stata
formata una comunità di rappresentanti regionali dedicati che
aspirano a plasmare il futuro del turismo culturale nelle loro
aree. E' stato tutto questo il progetto europeo di ricerca e
innovazione Horizon 2020 Be.CULTOUR, finanziato dall'Unione
Europea e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche
(CNR), i cui risultati saranno presentati e discussi a Napoli
nella Conferenza internazionale "Beyond Cultural Tourism:
Beautiful, Circular, Human" che si terrà dal 5 al 7 giugno. La
comunità internazionale di Be.CULTOUR si riunirà a nel capoluogo
campano, in due diverse location: Palazzo Gravina (5 giugno) e
nel Complesso Monumentale di Santa Chiara (6 giugno) per
condividere le intuizioni e i risultati raggiunti durante i tre
anni di lavoro per definire e implementare un modello europeo di
turismo culturale "circolare", coinvolgendo gli ecosistemi di
innovazione nel settore del turismo culturale in 6 siti
culturali pilota in Italia, Spagna, Cipro, Svezia, Serbia,
Romania e Moldavia, e 16 siti di trasferimento in diverse
regioni europee.
"In questi anni di lavoro ci siamo concentrati sulle
destinazioni europee meno conosciute e remote, fuori dai
circuiti mainstream, con lo scopo di ridefinire il turismo
culturale attraverso un approccio di economia circolare che miri
a ridurre gli impatti ambientali negativi del turismo di massa,
valorizzare le risorse culturali in abbandono e sottoutilizzo,
rigenerando le identità locali, e a promuovere relazioni
significative tra visitatori e comunità ospitanti, migliorando
le competenze e capacità anche imprenditoriali" dice Antonia
Gravagnuolo, ricercatrice CNR e coordinatrice del progetto.
Be.CULTOUR, infatti, ha riunito una rete di oltre 300 innovatori
europei, tra cui istituzioni pubbliche, organizzazioni della
società civile e aziende, per sviluppare insieme strategie,
strumenti e soluzioni per l'integrazione di un'economia
circolare "human-centred" volta a ridefinire il concetto e
l'esperienza di turismo culturale. "Questa comunità condivide la
visione di una società circolare e "human-centred" e ha lavorato
insieme per affrontare le sfide del turismo culturale in aree
remote o sovrasfruttate" sottolinea Luigi Fusco Girard,
professore emerito dell'Università Federico II. La comunità
comprende sei ecosistemi pilota in Aragona (Spagna), Basilicata
(Italia), Larnaca (Cipro), Västra Götaland (Svezia), Vojvodina
(Serbia) e l'area transfrontaliera del Nord-Est della Romania e
della Moldavia, oltre ad altre 16 regioni che replicheranno le
metodologie e gli strumenti pilota e li adatteranno al proprio
contesto regionale.
"Attraverso Be.CULTOUR il gruppo di ricerca Cnr Iriss e Ispc
si è impegnato a individuare e mettere a punto soluzioni
innovative per dare nuovo valore al turismo culturale. Ci
auguriamo che le metodologie innovative e le buone pratiche
sviluppate durante questi tre anni possano essere replicate a
vantaggio di altre aree europee con le medesime condizioni"
conclude Massimo Clemente, direttore del Cnr Iriss.
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