Il vicepresidente della
commissione Industria Ricerca ed Energia dell'Ue Giorgio Gori
apre al nucleare, anche se è consapevole che non tutto il suo
partito è d'accordo. "Sull'energia - spiega al Km Rosso di
Stezzano (Bergamo), dove ha riunito la corrente Energia Popolare
del Pd - chi mi conosce sa che non sono particolarmente
ideologico". "Anche di fronte al tema delle tematiche contro il
cambiamento climatico - argomenta - non sono un pasdaran e vedo
i limiti di un progetto europeo molto ambizioso, a cui non si
sono affiancate risorse adeguate". "Vedo oggi con più chiarezza
il bisogno di rafforzare la nostra autonomia energetica",
precisa aggiungendo che "avremmo dovuto capirlo quando è
scoppiata la guerra in Ucraina ed è venuto meno il gas russo".
"Oggi più che mai - prosegue Gori - è motivato andare verso
un'energia a prezzo più basso, il tema è andare in questa
direzione. A chi ci dice che a Bruxelles siamo matti rispondo
che bisogna andare avanti molto decisamente sulla produzione di
rinnovabili". "Tutte le fonti a base emissioni vanno bene -
sottolinea -e non avrei problemi anche sul ritorno del
nucleare nel nostro paese, so che nel mio partito non tutti la
pensano così".
"Nel frattempo - conclude - dobbiamo trovare un modo per
disaccoppiare il più sovente possibile il costo dell'energia
elettrica a quello del gas. Dobbiamo mettere a fuoco misure di
'derisking' e di garanzia per rendere più diffusi i contratti di
lungo termine che ci consentano di sganciarci giorno per giorno
dal prezzo delle energie".
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