"Non sono io il capro espiatorio che
cercate non sono io ad aver preso quella telefonata, basta
ascoltare la registrazione per averne conferma. A quel tavolo
eravamo in tanti, noi della prefettura, i radioamatori, i
rappresentanti delle forze dell'ordine e del soccorso pubblico".
Così il viceprefetto Ida De Cesaris, ricostruisce in
un'intervista al Messaggero la mancata reazione dopo l'allarme
di Quintino Marcella sull'hotel Rigopiano.
"Per tutta la giornata sono entrata e uscita dalla stanza del
prefetto, dove vertici e riunioni operative si susseguivano a
getto continuo - afferma -. A un certo punto ho chiesto di
deviarmi sul cellulare di servizio soltanto le telefonate dei
sindaci. Non ho valutato personalmente altre richieste di
soccorso perché l'esperienza mi dice che in situazioni di tale
gravità, specialmente nelle comunità più piccole il primo
terminale delle popolazioni sono i sindaci". "Nessuna
superficialità nella gestione di un'emergenza estremamente
complessa", rivendica.
Le procedure seguite sono state corrette? "C'è un'inchiesta
in corso. Di certo - risponde - non tocca ai giornali
distribuire patenti di colpevolezza".
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