(di Fausto Gasparroni)
"Oggi non posso
affacciarmi dalla finestra perché ho questo problema di
infiammazione ai polmoni, e a leggere la riflessione sarà mons.
Braida che le conosce bene perché è lui che le fa e le fa sempre
così bene. Grazie tante per la vostra presenza". La voce è
sicuramente provata, ma papa Francesco fa buon viso a cattivo
gioco sullo stato influenzale - con, lo rivela lui,
un'infiammazione polmonare - che dopo le udienze sospese di ieri
lo costringe oggi a recitare l'Angelus in collegamento video
dalla cappella di Casa Santa Marta.
Le rigide temperature di questo autunno avanzato a Roma hanno
sconsigliato che il Papa oggi prendesse freddo affacciandosi
dalla finestra del Palazzo apostolico. In Piazza San Pietro sono
convenute comunque 12 mila persone che assistono all'Angelus dai
maxischermi. E la terapia antibiotica tramite flebo cui è
sottoposto Francesco, dopo che ieri una Tac al Gemelli Isola
Tiberina ha escluso l'esistenza di ulteriori complicazioni
polmonari, è rivelata al momento della benedizione dal cerotto
alla mano destra con la cannula fissa ancora infilata.
In realtà, a leggere il commento del Vangelo e i successivi
appelli post-Angelus, seduto a una scrivania accanto al
Pontefice, è mons. Paolo Braida, officiale della Segreteria di
Stato, il primo dei 'ghostwriter' papali. E il principale degli
appelli è ancora sul conflitto in Medio Oriente: "Oggi
ringraziamo Dio perché tra Israele e Palestina c'è finalmente
una tregua e alcuni ostaggi sono stati liberati. Preghiamo che
lo siano al più presto tutti: pensiamo alle loro famiglie. Che
entrino a Gaza più aiuti umanitari, e che si insista nel
dialogo: è l'unica via, l'unica via per avere pace. Chi non
vuole dialogare non vuole la pace".
Un altro richiamo è a che "per tutti i popoli dilaniati dai
conflitti continuiamo a pregare senza stancarci, perché la
preghiera è la forza di pace, che infrange la spirale dell'odio,
spezza il circolo della vendetta e apre vie insperate di
riconciliazione". Intanto, "ieri la martoriata Ucraina ha
commemorato l'Holodomor, il genocidio perpetrato dal regime
sovietico, che 90 anni fa causò la morte per fame di milioni di
persone. Quella lacerante ferita, anziché rimarginarsi, è resa
ancora più dolorosa dalle atrocità della guerra che continua a
far soffrire quel caro popolo".
Lo stato di salute del Papa, a questo punto, non potrà non
far rimaneggiare la sua agenda dei prossimi giorni. Francesco
però ha voluto oggi confermare il viaggio che da venerdì a
domenica prossimi (1-3 dicembre) lo porterà a Dubai per la
conferenza Cop28 sui mutamenti climatici. "Oltre che dalla
guerra il nostro mondo è minacciato da un altro grande pericolo,
quello climatico, che mette a rischio la vita sulla terra,
specialmente le future generazioni. E questo è contrario al
progetto di Dio, che ha creato ogni cosa per la vita", dice in
un altro degli appelli. "Perciò nel prossimo fine settimana mi
recherò negli Emirati Arabi Uniti per intervenire sabato alla
Cop28 di Dubai - aggiunge -. Ringrazio tutti coloro che
accompagneranno questo viaggio con la preghiera e con l'impegno
di prendere a cuore la salvaguardia della casa comune".
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