Il primo acuto di Juan Ayuso, capitano della Uae assai deciso a farsi valere in assenza dell'altro team leader, Tadej Pogacar. Il ritorno di Primoz Roglic in maglia rosa. Il terzo posto di Egan Bernal che è anche il ritorno alla vita di un campione per il quale il tempo sembrava essersi fermato a quel maledetto giorno, il 24 gennaio 2022, quando si stava allenando in Colombia e andò a sbattere a oltre 60 chilometri all'ora contro un bus che si era improvvisamente fermato.
Rivederlo su una bicicletta, e in gara, è stato quasi un miracolo, visto che i medici gli avevano detto che probabilmente sarebbe finito in sedia a rotelle. La settima tappa del Giro, svoltasi interamente in Abruzzo con partenza da Castel di Sangro (L'Aquila) e arrivo a Tagliacozzo (L'Aquila) con una rampa finale di 2.600 metri al 9,1%, ha detto tutto questo e anche altro, come la riscossa degli italiani, visto che Giulio Ciccone e Antonio Tiberi sono sempre stati presenti nelle fasi cruciali della tappa che hanno chiuso rispettivamente al quinto e sesto posto, a 4 secondi da Ayuso. E ora a essere ben piazzato in classifica è Tiberi, uomo da corse a tappe, che è quarto a 27 secondi da Roglic. Ciccone, che sognava la vittoria sulle strade della sua terra, ha provato ad andarsene nel tratto finale, quando le pendenze cominciavano a farsi sentire nelle gambe dei corridori, ma il suo tentativo è andato a vuoto per la reazione di Bernal e anche di Tiberi.
Così, sfruttando un attimo di indecisione generale, è stato abile Ayuso a piazzare lo scatto decisivo quando al traguardo mancavano 700 metri, bruciando anche il compagno di squadra Isaac Del Toro, che si è piazzato alle sue spalle per la doppietta del team emiratino. "Questa vittoria è un grande passo avanti nella mia carriera. È il mio quarto grande giro, ed ero già andato vicino al successo alla Vuelta - le parole di Aysuo nel dopo corsa -. Farcela oggi, al mio primo Giro d'Italia, è qualcosa di speciale, e sarà un ricordo indelebile. Sapevo che potevo fare un solo attacco, senza sprecarmi in due o tre tentativi su un finale così esplosivo, e quando ho visto che era il momento giusto, sono partito a tutta. Oggi era importante non solo vincere, ma anche cercare di recuperare il tempo perso nella cronometro. Questa vittoria mi dà grande fiducia per le prossime tappe però domenica, in quella di Siena, bisognerà fare molta attenzione".
Appare affaticato, ma felice, Bernal: "Mi dispiace non aver vinto - dice -, ma sono contento per come ho sentito le gambe: ho avvertito sensazioni ritrovate. Ora sono più fiducioso per i giorni a venire". Domani ottava tappa di questo Giro, con 197 km da Giulianova (Teramo) a Castelraimondo (Macerata), con la scalata a metà percorso del Sassotetto (13,1 km al 7,3% di pendenza media) e con nel finale i gran premi della montagna di Montelago (5,5 km al 6,9), Castel Santa Maria (1,4 km al 7,3%) e Gagiole (800 metri all'8%). Insomma, un'altra giornata che promette bene, almeno dal punto di vista delle emozioni, considerando che oggi anche i vari Simon Yates, Richard Carapaz e Giulio Pellizzari hanno fatto la loro parte, piazzandosi tutti entro il dodicesimo posto. Insomma, al Giro è ancora tutto in bilico, e lo spettacolo non manca.
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