Dalla Serie A alla Champions League, non si ferma la serie nera degli orrori arbitrali e a farne le spese, stavolta, è l'Atalanta, con un discusso rigore che consente al Bruges di centrare la vittoria al 4' di recupero con Nilsson, su cui Hien avrebbe sbracciato dopo averlo anticipato. L'andata dei playoff si risolve per la Dea in una beffarda sconfitta per 2-1, comunque non proprio inaspettata, visto il possesso palla ceduto nettamente, nell'ordine del 57% al 43%, ad avversari dal tasso tecnico inferiore, con i bergamaschi che hanno corso a vuoto per metà di entrambe le frazioni.
Avvio contratto dell'Atalanta e svantaggio ovvio al quarto d'ora sul rinvio di Hien non agganciato da Posch, che lascia passare Talbi con palla al centro per il centravanti Jutglà, bravo ad alzarsela sul destro per la girata a mezz'altezza. In precedenza, fiamminghi pericolosi sempre in ripartenza e sulle uscite troppo alte della difesa ospite, come al 7', quando il futuro marcatore di casa pressa Hien agevolando la corsa di Tzolis conclusa da un destro debole e centrale. Consumato il vantaggio, i belgi sfiorano il raddoppio nel rimpallo sullo schema di De Cuyper dalla trequarti destra superato il ventesimo, ma Pasalic salva tutto opponendosi a Vanaken.
Gasperini a questo punto inverte di posizione i braccetti difensivi, con Djimsiti a sinistra per un Posch in evidente difficoltà. Per la prima conclusione atalantina occorre attendere 20 minuti dall'intervallo quando Zappacosta controlla e calcia alto e largo un servizio da destra di Bellanova rinviato di testa da De Cuyper. Al 28' proprio Posch raccoglie davanti alla lunetta un disimpegno corto Vanaken-Jashari su palla dentro di De Ketelaere senza impensierire Mignolet. Il segnale del risveglio atalantino, anche se alla mezz'ora la fase difensiva a sinistra corre un ultimo pericolo con la discesa di Ordonez rifinita da Tzolis per De Cuyper che calcia sull'esterno della rete. Retegui, in precedenza cercato in gioco aereo, al 40' riceve un recupero alto di Hien liberando il collo esterno a lato del primo palo, occasione che precede il pari di Pasalic, che con un imparabile colpo di testa a palombella corregge in porta il cross da sinistra di Zappacosta.
La ripresa comincia male come il primo tempo per gli atalantini, che rischiano tantissimo all'8' quando Talbi prende la linea di fondo, Jutglà scarica per Ordonez cui si oppone Djimsiti e De Cuyper sfiora il secondo palo dal limite. Sempre dalla stessa ala destra di casa il tentativo successivo ma il sinistro, il piede debole, e la distanza al 12' non depongono a suo favore. Al 20' e oltre, doppia chance atalantina con Mignolet a difendere il palo dal colpo di testa di Zappacosta e l'inserimento per il diagonale di Samardzic, sostituto del primo marcatore nerazzurro, non premiato dalla mira su velo dello stesso esterno sinistro lungo il filtrante di De Ketelaere. Che al 38', convergendo da destra, scambia con lo stesso Samardzic impegnando Mignolet nel tuffo in corner. Zappacosta fa lo stesso da sinistra alzando la parabola dal vertice e a 1' dal 90' ci prova anche Cuadrado ricevendo dal secondo angolo bergamasco, ma il suo sinistro a difesa schierata non è angolato.
Nel finale, al 3' di recupero, Siquet ruba palla a Palestra e riesce ad allungare il pallone in area: Nilsson è alle spalle di Hien che lo anticipa, la sua caduta mani in faccia convince l'arbitro turco Meler a indicare il dischetto, con conferma del Var, da cui il danese spiazza Rui Patricio. Inutili le proteste degli atalantini, che incassano anche tre ammonizioni. "Arbitro arrogante. Fa male perdere così, all'ultimo. Non è giusto"." commenta a caldo De Katalaere, accolto in nodo caloroso dal suo ex pubblico
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