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Santanchè non arretra, ma è sempre più isolata

Santanchè non arretra, ma è sempre più isolata

'Lascerei solo per il processo sulla cassa Covid'

24 gennaio 2025, 20:47

di Paolo Cappelleri

ANSACheck
Santanché - RIPRODUZIONE RISERVATA

Santanché - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il passo indietro non intende farlo e nemmeno ci sta riflettendo, ma intorno è sempre più isolata. Nel governo e nel suo partito. Daniela Santanchè non arretra di un centimetro, ribadisce che sarebbe pronta a dimettersi in caso di rinvio a giudizio per il procedimento sulla cassa Covid, ma non ora dopo quello per falso in bilancio: "Sono assolutamente tranquilla perché so come sono le questioni nel merito". Eppure da giorni prosegue il pressing sulla ministra affinché valuti una scelta diversa. "Credo che stia comunque in una fase di valutazione, credo stia valutando e sono sicuro che valuterà bene", ha detto Ignazio La Russa, uno degli esponenti di FdI a lei più vicini. Parole che nel partito vengono lette come un segnale chiaro: il tema delle dimissioni c'è eccome.

È difficile prevedere svolte nelle prossime ore, con la premier Giorgia Meloni in partenza per l'Arabia Saudita, dove nei prossimi giorni è attesa la stessa Santanchè. Le due non si incroceranno a Gedda ma potrebbero farlo al ritorno a Roma.

Nella prossima settimana la situazione potrebbe vivere un'accelerazione, al di là dell'udienza della Cassazione chiamata mercoledì a decidere sulla competenza del procedimento per truffa all'Inps sulla cassa Covid, fra Milano e Roma. In mezzo ci sarà anche una nuova puntata di Report che ha già preannunciato rivelazioni sul caso Visibilia. Di "valutazioni" in corso aveva parlato ieri anche un altro big di FdI Giovanni Donzelli. Ma nel frattempo la ministra del Turismo ha continuato "business as usual", con i post e confermando la sua agenda.

Così al Motor Bike Expo di Verona si è presentata per lodare "una fiera rock" e raccontare di aver "rinunciato ad andare in moto quando hanno introdotto la legge sul casco". Ma soprattutto per mettere in chiaro che il passo indietro non è fra i suoi pensieri. "Su questa questione del falso in bilancio, non c'è nessuna implicazione politica - ha puntualizzato -, non c'è dolo, non c'è danno e io sono certa che sarò assolta per cui sono assolutamente tranquilla". I rapporti con la premier, ha risposto ai giornalisti, sono "come sempre, come sempre". "A me nessuno ha mai chiesto di fare un passo indietro - ha poi assicurato -. Ho sempre detto che sono assolutamente tranquilla perché so come sono le questioni nel merito. Ho sempre detto che se dovesse arrivare un giudizio sulla cassa Covid, dove capisco che ci potrebbero essere delle implicazioni politiche, non avrei esitato a fare un passo indietro ma non siamo a questo punto, continuo a fare il mio lavoro". Il suo leitmotiv è "male non fare, paura non avere". L'unica cosa che le dispiace, "è questo assalto mediatico". Messaggi che rimbalzando a Roma hanno creato un certo nervosismo fra Palazzo Chigi e via della Scrofa.

Un paio d'ore più tardi il presidente del Senato si è collegato in diretta con la trasmissione 'Un giorno da pecora'.
Prima ha parlato della sua idea di riforma per rendere "friendly" il Burraco, gioco di carte che appassiona tanto Meloni quanto Santanchè. Poi ha risposto a una domanda sulla ministra. E quelle parole da molti meloniani vengono lette come il prologo di un epilogo scontato. Lo stesso epilogo che auspicano le opposizioni. Elly Schlein sottolinea "l'incoerenza di Meloni" che "non ha detto una parola, né ha ottenuto le dimissioni, su una ministra rinviata a giudizio per falso in bilancio". E Giuseppe Conte promette che il M5s andrà "avanti: nuova mozione di sfiducia e battaglia in tutte le sedi fino alle dimissioni".  

Sisto: 'Nessun problema formale, la scelta è individuale'

"Finché non c'è sentenza definitiva non c'è colpevolezza, quindi non c'è nessun problema dal punto di vista formale", ha detto il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, ospite al programma Start di Sky Tg24, riferendosi al caso Santanché.

"Nessuno si può permettere, né tecnicamente né politicamente, di dare un consiglio a chi è in queste situazioni. Si tratta di una decisione individuale. Se - ha proseguito - vi fosse un automatismo di fronte a un rinvio a giudizio, o di fronte anche a una sentenza di primo grado, vi sarebbe la corsa a gestire e accelerare processi nei confronti di individui politici se l'effetto automatico fosse quello di provocare le dimissioni. E questo è un problema che può riguardare qualsiasi partito e qualsiasi soggetto", ha concluso Sisto. 

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