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Le lotte dei cittadini per estendere le tutele La posizione della proprietà
Il bacino è un caso di rinaturazione spontanea nel cuore della Capitale. L'assessore all'urbanistica: "L'area industriale è contaminata". Il Forum territoriale: "Non ci risulta che siano state fatte analisi"
L’oasi naturale di una delle zone urbane più inquinate drel centro fi Roma rischia di morire. Si tratta del Lago Bullicante ex Snia, un bacino d’acqua nato nel 1992 dallo scavo per un centro commerciale nel quartiere Prenestino – Pigneto, nel quadrante orientale della Capitale. Una sorta di 'miracolo' come spesso afferma chi vive in zona. Tra i cinque casi di rinaturazione spontanea in Europa, insieme al suo gemello di Bruxelles Marais Wiels, quest’area è ricca di biodiversità. Ha anche un grande valore storico: immersi nelle acque si trovano infatti i ruderi della fabbrica dismessa Snia Viscosa, un pezzo importante dell’archeologia industriale italiana. Grazie a queste caratteristiche, il Lago è diventato un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere e per numerose associazioni, che organizzano eventi culturali o educativi.
A difenderlo, oltre al Forum territoriale permanente del Parco delle Energie, ci sono anche i giovani di Fridays for Future. Nel 2021 parte dell’area è stata dichiarata Monumento naturale dalla Regione Lazio. Gli sforzi dei cittadini rischiano però di diventare vani. Nicola Zingaretti, prima di dimettersi da governatore, non ha firmato l’atto per estendere le tutele. La battaglia per proteggere il Lago però prosegue ai Tavoli con la Regione e nel quartiere, dove continuano le manifestazioni e le azioni di sensibilizzazione degli abitanti.
"A prescindere dal fatto che per noi difettano i presupposti per l'adozione del vincolo, giuridicamente il presidente Zingaretti non poteva comunque firmare l'atto per l'estensione del Monumento naturale, perché mancava il parere della commissioni ambiente", spiega la proprietà dell'area, la Ponente 1978 srl, che aggiunge di aver presentato numerosi progetti per il sito, tenendo conto anche della "fruizione della collettività". "Dall'assessorato all'Urbanistica" del Comune di Roma Capitale "non abbiamo avuto riscontri positivi e noi siamo sempre lì alla finestra, perchè questi progetti si possono fare solo insieme e non da soli". Nell'area del lago, durante l'estate 2022, c'è stato un taglio di vegetazione contestato dal Forum. La proprietà si difende, sostenendo che "è stata fatta una pulizia su richiesta della Questura di Roma. Per questo non è stato concluso alcun procedimento" contro l'atto, conclude la Ponente 1978 srl.
"In primo luogo dobbiamo distinguere la parte del Lago, che è già all'interno del perimetro del Monumento Naturale e che grazie al lavoro congiunto con Agenzia del Demanio è in corso di demanializzazione, dall'altra parte quella ex industriale, per la quale è in istruttoria presso gli uffici la richiesta di un permesso di restauro e risanamento conservativo. - afferma l'assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia - Per quanto riguarda possibili progettualità di riqualificazione dell'area è del tutto evidente che queste dipenderanno dalla eventuale estensione, o meno, del vincolo del Monumento Naturale nonché da un piano di bonifica dei terreni che, proprio su richiesta di Roma Capitale, sono stati analizzati e sono risultati contaminati con valori di soglia tali da non consentire, al momento, destinazioni diverse da quelle produttive".
"Mentre ci si batte con pareri tecnici e dati scientifici alla mano, per sbloccare in Regione il Decreto per l’allargamento del Monumento Naturale al restante 40% del ex SNIA - replica il Forum - l’assessore Veloccia rompe il silenzio non per prendere posizione sull’estensione della tutela ambientale come se non riguardasse Roma Capitale, ma per informarci che invece un’istruttoria la stanno mandando effettivamente avanti nei suoi uffici, quella per il Permesso di Costruire richiesto da Pulcini. Sull’indicazione che i terreni siano risultati inquinati, ci si chiede con stupore quando sia stato possibile effettuare queste analisi, visto che quei cancelli nessuna istituzione li ha aperti per appurare il danno ambientale, e ora per attestare la presenza degli habitat protetti. Ad ogni modo non ci spaventa affatto se qualche valore d’inquinamento fosse confermato in alcune zone, il fatto che il resto della fabbrica ora è un Monumento Naturale ci indica la scelta giusta, quella del restauro ambientale".
“La battaglia per il Lago Bullicante ex Snia è parte della nostra lotta per la giustizia climatica. Per questo, abbracciamo quella per l’allargamento del Monumento naturale”. I giovani di Fridays for Future Roma, il gruppo locale del movimento internazionale fondato dalla svedese Greta Thunberg, non hanno dubbi: l’oasi naturale sulla via Prenestina, una delle più trafficate della Capitale, deve essere tutelata. Per difendere l’ambiente a livello globale spesso è necessario partire da realtà più piccole, come la propria città. Anche “il rewilding, (come quello che sta avvenendo all’ex Snia) fatto bene, seguito e curato per il tempo necessario è un modo di affrontare la crisi climatica”, spiega Emanuele Genovese, 25 anni, che da poco ha terminato il suo mandato come referente capitolino di Fridays for Future e ha seguito, al fianco del Forum territoriale permanente del Parco delle Energie, gli incontri con la Regione Lazio. Restituire gradualmente alla natura un’area in un contesto urbano e densamente popolato come quello della periferia romana, avrebbe enormi benefici: mitiga le alte temperature che spesso rendono invivibile l’esteta in città, assorbe i rumori delle auto e dei mezzi pubblici e offre un rifugio pacifico e rilassante a tutti gli abitanti del quartiere.
Secondo l’attivista, c’è anche un motivo in più per schierarsi con il Lago: la tutela integrale non è solo “un vezzo”, è un passo fondamentale della lotta per la giustizia climatica a livello cittadino. “Attraversa una dimensione procedurale, perché fornisce uno spazio prezioso alla collettività” di condivisione, di confronto e di democrazia. L’area infatti già ospita numerosi eventi e assemblee degli abitanti del quartiere. In futuro sarà fondamentale “per quei processi partecipativi con i quali costruire insieme la riconversione ecologica”, afferma Genovese. L’istituzione del Monumento naturale è poi un atto “riparativo e redistributivo” verso la cittadinanza. “È la reazione a chi ha commesso un reato ambientale”, appropriandosi di un bene pubblico, come la falda acquifera che alimenta il bacino del Lago Bullicante e lo ha gestito per anni “a danno della comunità”. Considerare tutto questo valore è fondamentale per “essere all’altezza” delle sfide dell’emergenza climatica.
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Il Lago ex Snia Bullicante rischia di morire, a causa delle dimissioni di Nicola Zingaretti. Prima di continuare la sua carriera politica alla Camera dei Deputati, l’ex presidente della Regione Lazio non ha firmato l’estensione del Monumento Naturale per il bacino nato sui resti industriali – “il mostro” – della fabbrica di viscosa dismessa.
Ora, questo prezioso scrigno di biodiversità a pochi passi dal traffico di Roma, è esposto “alle mire speculative che lo hanno già interessato in passato”, spiega Sabrina Baldacci del Forum territoriale permanente del Parco delle Energie, l’assemblea di realtà territoriali ed abitanti che dal 2010 si prende cura di tutta l’area dell’ex Snia. Questo specchio d’acqua di circa 1 ettaro ha origine infatti nel 1992, da “un atto abusivo”. Gli addetti di Antonio Pulcini, l’imprenditore a capo della società edilizia Ponente 1978 srl, hanno intercettato una falda acquifera, scavando per costruire il parcheggio sotterraneo di un centro commerciale. Nonostante i tentativi di incanalarla, l’acqua è incominciata a sgorgare e ha riempito lo scavo, che è diventato un vero e proprio lago. Da allora le promesse e i progetti per restituirlo ai cittadini sono stati tanti, ma anche quelli, da parte del privato, di trasformarlo, innalzando grattaceli o rendendolo un set cinematografico. Nel 2004 una parte dell’area è stata espropriata per essere destinata a parco pubblico, ma è stata restituita alla ai romani solo dieci anni più tardi, con “la così detta breccia di Portonaccio”, l’ingresso che dall’omonima via conduce al Lago. Dopo vari incontri con il Comune e la Regione, un decreto firmato proprio da Zingaretti nel giugno 2020 ha reso lo specchio d’acqua un Monumento naturale. Dalle tutele è rimasto escluso circa il 40% del sito, ma al termine di un anno di monitoraggio, ne era prevista l’estensione.
Secondo la proprietà però il governatore del Lazio "giuridicamente" non avrebbe potuto firmare "l'atto per l'estensione del Monumento naturale perché mancava il parere della commissioni ambiente".
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Secondo le rilevazioni dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), dentro al perimetro dell’ex Snia sta avvenendo un fenomeno rarissimo: la rinaturazione spontanea di un’area urbana. La firma per l’allargamento del Monumento però non è ancora arrivata. La Regione ha chiesto nuovi esami. L’iter – si legge infatti in una lettera consegnata dal governatore alla popolazione – non può concludersi a causa di “pareri discordanti dei diversi soggetti preposti”. Questi soggetti però “non sono esplicitati”, afferma Baldacci, “l’unica ad aver presentato osservazioni contro il progetto per ora è la proprietà”. In attesa di chiarimenti i cittadini vivono nel dubbio. Dopo le dimissioni di Zingaretti infatti dai diretti interessati della Regione Lazio arrivano poche risposte, soprattutto dall’assessorato all’Ambiente e dalla stessa Presidenza. Intanto, il costruttore, l’estate scorsa, nell’area ancora di sua proprietà e, nonostante i vincoli paesaggisti ed archeologici, “ha tagliato tantissimi alberi” come denunciato dal Forum. Tra questi anche specie protette come il Pino d’Aleppo. La polizia e le guardie forestali, chiamate dai cittadini, però non sono potute intervenire. La proprietà dice invece che "è stata fatta una pulizia su richiesta della Questura. Per questo non è stato concluso alcun procedimento" contro l'atto. Secondo il Forum, "questa motivazione è smentita dalla lettura da una nota stessa, diramata dal Commissariato di Porta Maggiore, con cui si chiedeva la pulizia per questioni di sicurezza di tutta altra zona, la striscia che separa il Parco delle Energie dalla scarpata alle spalle del lago. Quello che è emerso con chiarezza è che le operazioni per l’eliminazione della vegetazione su larga scala, condotte dalla Ponente ’78 nella primavera del 2021 erano abusive. Non risultò alcuna richiesta ne autorizzazione rilasciata dalla Sovrintendenza e dagli organi competenti ad intervenire con le ruspe alla rimozione del suolo e all’abbattimento di decine di alberi di alto fusto, stante il periodo di nidificazione dell'avifauna, né tanto meno a condurre attività di sbancamento e movimento terra, azioni condotte illegalmente sulle quali sono in corso procedimenti penali".
"È dall’insediamento del sindaco Gualtieri - sottolinenano sempre gli attivistile - che il Forum Parco delle Energie chiede un incontro con l’assessore Veloccia per conoscere le intenzioni della nuova amministrazione sul futuro del ex fabbrica (...) per un progetto strategico di riforestazione per potenziare la rete ecologica del territorio che andrebbe portato in Consiglio per l’approvazione e che invece giace nel cassetto. L'assessore dovrebbe inoltre fornire chiarimenti anche sullo stato dell’arte di altri importanti iter, la demanializzazione dell'intero specchio d'acqua e l'indagine per danno ambientale incardinata presso il Ministero dell'Ambiente a seguito delle devastazioni degli habitat effettuate dalla Ponente 1978 srl, società proprietaria dei terreni, sulla porzione di area oggetto dell’ampliamento.Questa interlocuzione l'Assessore in un anno di attività non l'ha mai concessa, così come la Giunta non ha dato risposta alla Deliberazione del Consiglio del Municipio V approvata all’unanimità il 27 ottobre che chiede i medesimi impegni. Mentre ci si batte con pareri tecnici e dati scientifici alla mano, per sbloccare in Regione il Decreto per l’allargamento del Monumento Naturale al restante 40% del ex SNIA, l’assessore Veloccia rompe il silenzio non per prendere posizione sull’estensione della tutela ambientale come se non riguardasse Roma Capitale, ma per informarci che invece un’istruttoria la stanno mandando effettivamente avanti nei suoi uffici, quella per il Permesso di Costruire richiesto da Pulcini. Sull’indicazione che i terreni siano risultati inquinati, ci si chiede con stupore quando sia stato possibile effettuare queste analisi, visto che quei cancelli nessuna istituzione li ha aperti per appurare il danno ambientale, e ora per attestare la presenza degli habitat protetti".
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Il lago Bullicante ex Snia, grazie ai cittadini che da anni si impegnano a proteggerlo, è diventato anche un luogo di cultura e sensibilizzazione. Nel 2019 infatti l’ong Crocevia, che dal 1958 si occupa di cooperazione, solidarietà internazionale e alimentazione e tutela della biodiversità, ha spostato i suoi archivi e la sua mediateca nel Parco delle Energie. “Si tratta di circa 2 mila film, qualche migliaio di diapositive e fotografie stampate, oltre all’archivio cartaceo - spiega Danilo Ricciardello dell’associazione – Un patrimonio riconosciuto anche dal ministero della Cultura. Ci tenevamo a tenerlo in un parco dove la biodiversità è viva e vivace, vista anche la vicenda del Lago”. Crocevia, insieme all’università Sapienza di Roma spesso organizza proiezioni di film, conferenze e presentazioni di libri sulla biodiversità e sulle lotte contadini.
Fare conoscere a giovani e studenti l’aspetto naturalistico del parco dell'ex Snia e coinvolgerli nella sua tutela è anche la sfida di Giulia Olivieri, 27 anni. Nel suo periodo di Servizio civile con l’associazione ha scelto di occuparsi di divulgazione ambientale. “Farlo qui in questo posto, vicino al Lago, ha un valore aggiuntivo. – afferma – Ci offre un ambiente stimolante per comprendere le tematiche ambientali. Portare qui i ragazzi scuole permette loro di toccare con mano il fatto che le lotte non solo si fanno, ma si possono anche vincere, se i cittadini si organizzano”.
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Il parco dell’ex Snia, oltre a quello naturale, raccoglie anche un incredibile patrimonio storico. In attività dal 1922 al 1954, la fabbrica di viscosa, dalla quale il lago prende il nome, ha rappresentato un tassello determinante nello sviluppo del quartiere romano Prenestino Labicano. “Ha impiegato fino a 3 mila operai, soprattutto donne, ed è stata un presidio di lotte antifasciste”, spiega Sabrina Baldacci. Sotto la superficie industriale si trova uno dei rifugi antiaerei meglio conservati in Italia mentre i ruderi della fabbrica sono tutelati come archeologia industriale.Le storie, i documenti e le schede delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex Snia Viscosa sono conservati nel Centro di Documentazione Territoriale Maria Baccante.
Abbandonato dalla proprietà dopo la dismissione della fabbrica, il prezioso materiale è stato salvato nel 1995 da un gruppo di abitanti del quartiere, gli stessi che avevano occupato i capannoni e dato vita al Centro Sociale Ex Snia. Il 3 luglio 2012 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio ne ha riconosciuto il valore e oggi l’Archivio è visitato da ricercatori, studenti, appassionati di storia industriale così come dai parenti degli ex operai e operaie che vogliono ricostruire la propria storia familiare, o semplicemente dai curiosi che vogliono conoscere meglio la città di Roma.
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I primi risultati di una campagna di immersioni per identificare e quantificare le specie ittiche costiere in 62 siti marini e in particolare lungo le coste della Calabria bagnate sia dal Tirreno che dallo Ionio (foto copertina di Antonio Di Franco per gentile concessione)
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