(di Lucia Magi)
Pamela Anderson è tornata.
Dopo una vita passata a espiare il successo conquistato per le
sue curve mozzafiato esposte sulla copertina di Playboy o nel
costume rosso di Baywatch, per l'attrice 57enne è arrivato il
momento del riscatto. "Non è mai troppo tardi per sognare, per
cominciare daccapo, per essere aperti alle possibilità", ha
scritto su Instagram lunedì, dopo la nomination al Golden Globe
come miglior attrice dell'anno e la strada per l'Oscar non
sembra poi così stretta.
Qualche giorno fa, durante un pranzo con i critici per
presentare il film con cui torna a Hollywood dopo decenni di
assenza, The Last showgirl, le è stato chiesto come affronta la
campagna per le statuette. "Be' non lo so, per me è la prima
volta", ha risposto con voce di bambina. Senza trucco, lo
sguardo maturo e sereno: "Ci ho messo decenni per ritrovarmi
dopo quell'esperienza, gli scandali, le relazioni tossiche e le
cattiverie scritte e dette su di me. Decenni per poter essere me
stessa. Aspettavo un ruolo così da sempre".
Il ruolo è arrivato da una timida e minuta regista di nobile
lignaggio cinematografico: Gia Coppola, 37 anni, nipote del
regista di Apocalypse Now al terzo lungometraggio. "Volevo
girare a Las Vegas. Mi affascina per le luci e quel tocco
decadente. Inoltre, cercavo un film che esplorasse il rapporto
tra una figlia e una madre single: in fin dei conti è come sono
cresciuta io", racconta all'ANSA la cineasta: suo padre
Giancarlo, primogenito di Francis, morì in un incidente in barca
nel 1986, quando Gia era ancora nella pancia della madre.
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