Maria Rosaria Boccia ha presentato
oggi un esposto nel quale contesta all'ex ministro Gennaro
Sangiuliano le ipotesi di "calunnia e atti persecutori, nonché
diffamazione aggravata a carico di alcune testate giornalistiche
che avrebbero diffuso notizie non verificate".
Nell'atto si evidenzia che il file audio alla base della
recente polemica, relativo a una conversazione tra l'ex ministro
e la moglie, era già nella disponibilità di Sangiuliano sin dal
15 agosto 2024, annullando quindi ogni presupposto temporale per
eventuali querele. Secondo i legali di Boccia quanto emerso
escluderebbe anche l'ipotesi del reato di interferenze illecite
nella vita privata, poiché la telefonata sarebbe stata
volontariamente resa nota dallo stesso ex ministro.
I legali dell'imprenditrice, che hanno depositato l'esposto alla
Procura di Torre Annunziata, intervengono anche sulle
conseguenze del "polverone" mediatico sorto attorno a questa
vicenda e richiamano l'attenzione dell'Ordine dei giornalisti,
della Rai e del Garante per "l'ingiustificata inerzia dinanzi a
tali accadimenti".
Per gli avvocati dello studio studio legale Di Deco
"l'opinione pubblica, come traspare dal dibattito sui social, si
dice indignata per il mancato intervento e il silenzio di
istituzioni, governo, principale emittente televisiva nazionale
(Rai) e Ordine dei Giornalisti, che non hanno chiesto scusa né
sanzionato chi ha diffuso accuse infondate. Questo, lamentano
molti cittadini, rischia di legittimare la pratica della
menzogna e della diffamazione, offrendo un pessimo esempio,
soprattutto ai più giovani. Le accuse di manipolazione mediatica
e 'polveroni' alzati ad arte per distogliere l'attenzione dalle
reali responsabilità, stavolta, si intrecciano con un tema
particolarmente sensibile: la violenza sulle donne. Il silenzio
di politici e giornalisti, di fronte alla gogna mediatica subita
per mesi dalla Boccia, appare imbarazzante e inaccettabile,
alimentando la percezione di un potere capace di umiliare,
denigrare e infangare impunemente, senza alcun segnale di
ravvedimento o tutela nei confronti della vittima. La vicenda,
emersa anche nell'inchiesta televisiva di Report, getta nuove
ombre sull'uso strumentale dei media e della politica, riducendo
al silenzio chi dovrebbe invece prendere posizione per difendere
la dignità e i diritti fondamentali di ogni persona". Per
questo, successivamente al deposito dell'atto, i difensori hanno
provveduto a richiamare l'attenzione dell'Ordine dei
giornalisti, della Rai e del Garante.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA