È guerra tra poveri per l'acqua in Sicilia. Se il livello degli invasi diminuisce sempre più, a causa della siccità, la rabbia e le proteste dei cittadini aumentano a causa del razionamento idrico con turni che in alcuni casi superano una settimana.
E così tra Enna e Caltanissetta, le due province più provate dall'emergenza idrica, si è aperta una lotta senza esclusione di colpi per accaparrarsi quello che ormai viene definito sui giornali "il prezioso liquido". Questa mattina i sindaci di cinque comuni dell'ennese che dipendono esclusivamente dall'invaso dell'Ancipa (Troina, Nicosia, Sperlinga, Gagliano Castelferrato e Cerami), hanno prima occupato i locali della diga e poi tentato di bloccare la condotta. Una protesta clamorosa contro la decisione assunta della cabina di regia sull'emergenza idrica di ripristinare l'erogazione su Caltanissetta e San Cataldo, interrotta dal 15 novembre scorso in seguito alla notevole riduzione della capacità dell'invaso ormai quasi completamente a secco. Una manifestazione con centinaia di cittadini, capeggiata dal deputato regionale ed ex sindaco di Troina Fabio Venezia (Pd), dopo che in nottata il comune di Caltanissetta aveva comunicato i risultati della riunione con la cabina di regia regionale sull'emergenza idrica, circa la riapertura dell'Ancipa per garantire l'approvvigionamento idrico nel nisseno. "Avevamo avvisato la cabina di regia che se non avesse staccato il collegamento verso i paesi del nisseno lo avremmo fatto noi" spiega Venezia annunciando di avere bloccato la condotta che alimenta Caltanissetta. Una circostanza smentita da Siciliacque, secondo cui i manifestanti si sono limitati a staccare solo un quadro elettrico: "La continuità dell'acqua ai comuni di Caltanissetta e San Cataldo è garantita".
Ma Venezia ribadisce: "Siciliacque sarà anche in grado di fornire acqua visto che ne ha pompata per due giorni e avrà riempito i serbatoi, ma posso assicurare che per Caltanissetta e San Cataldo dall'Ancipa non ne esce una goccia". La clamorosa iniziativa dei sindaci dell'ennese si scontra con le dichiarazioni trionfanti del primo cittadino di Caltanissetta Walter Tesauro. "È stata una battaglia difficile, ma necessaria per tutelare i diritti dei nostri concittadini. Non era concepibile che, pur avendo trovato e collegato nuovi pozzi in grado di fornire circa 120 litri al secondo di acqua, le nostre città rimanessero a secco. I pozzi sono già operativi, tuttavia l'acqua prelevata non sta ancora raggiungendo le case dei cittadini a causa di una rottura della conduttura. L'amministrazione ha chiesto che si accelerino i lavori di riparazione, operando senza sosta, anche nelle ore notturne". L'eco delle proteste giunge fino a Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della Regione.
Anche il Governatore Renato Schifani parla di "guerra tra poveri" ed esprime "solidarietà a quella parte di popolo siciliano che in questo momento sta vivendo estreme difficoltà". "Stiamo attraversando un momento di crisi idrica, e gli eventi atmosferici non ci aiutano. - aggiunge Schifani - Ce la stiamo mettendo tutta e faremo in modo che per la prossima estate i dissalatori mobili possano essere in funzione, in aggiunta ai nuovi pozzi che stiamo individuando, per evitare che la crisi possa essere sempre più drammatica. Cercheremo di garantire tutti con il massimo della responsabilità". Non la pensa allo stesso modo Davide Faraone, leader di Italia Viva in Sicilia, che torna ad attaccare la gestione dell'emergenza da parte di Schifani. "Quando, in accappatoio, andammo davanti al palazzo del presidente della Regione per porre il problema della siccità e dei disagi sofferti dai cittadini e imprese dopo l'avvio delle turnazioni - ricorda -, ci presero per matti. Oggi che, per l'incapacità della Regione di gestire gli invasi e realizzare per tempo le infrastrutture, la crisi idrica è entrata in una fase drammatica, al punto da dividere i cittadini, tutti si accorgono che la situazione è fuori controllo".
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