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Ucraina, 'i nordcoreani via dal fronte dopo le gravi perdite'

Ucraina, 'i nordcoreani via dal fronte dopo le gravi perdite'

Il Nyt: 'Mandati allo sbaraglio'. Mosca: 'Massacrati 22 civili'

ROMA, 31 gennaio 2025, 18:42

di Alberto Zanconato

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli ucraini e gli americani avevano lanciato l'allarme per il loro arrivo nell'autunno scorso, insieme alle autorità di Seul. Ora, a distanza di tre mesi, Kiev e Washington affermano che le migliaia di soldati nordcoreani che si erano uniti ai russi per combattere nella regione di Kursk hanno lasciato il fronte, dopo aver subito pesanti perdite anche per le difficoltà di coordinamento con le forze del Cremlino che li avevano praticamente mandati allo sbaraglio.

"Nelle ultime tre settimane non abbiano rilevato attività né abbiamo segnalato scontri armati con i nordcoreani", ha detto all'agenzia Afp il portavoce delle forze speciali ucraine, Oleksandr Kindratenko. "Di conseguenza - ha aggiunto l'ufficiale - riteniamo che siano stati ritirati a causa delle pesanti perdite che hanno subito".

Dello stesso avviso fonti ucraine e americane citate dal New York Times. Dei circa 11.000 soldati inviati da Pyongyang in novembre, afferma il comandante delle forze armate di Kiev, Oleksandr Syrsky, è rimasta la metà. Le truppe ucraine che hanno combattuto contro di loro li hanno descritti come "feroci guerrieri", ma la disorganizzazione nei loro ranghi e la mancanza di coesione con le unità russe hanno iniziato quasi subito a provocare vittime nelle file nordcoreane, secondo un funzionario ucraino. Il risultato sarebbe stato che le truppe di Kim Jong Un sarebbero state lasciate a cavarsela da sole, coadiuvate solo da pochi veicoli blindati.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, non ha commentato. Sulla vicenda dei nordcoreani, ha detto, "ci sono molte opinioni diverse, corrette e scorrette, false e che distorcono la realtà". "Probabilmente - ha aggiunto - non è appropriato per noi commentare ogni volta queste cose".

Per la verità Mosca non ha mai commentato la questione, e non ha mai confermato o smentito l'invio dei soldati del Paese eremita. Ma Putin ha ricordato l'articolo 4 del trattato di partenariato strategico bilaterale, da lui firmato durante una visita a Pyongyang nel giugno dello scorso anno, che prevede assistenza militare reciproca in caso di aggressione alla Corea del Nord o alla Russia. E un'aggressione è considerato l'attacco alla regione russa di Kursk, lanciato in agosto, che ha portato le truppe di Kiev ad occupare una piccola porzione di questo territorio.

Due settimane fa il ministero della Difesa di Mosca aveva detto che, oltre a proseguire la loro lenta ma costante avanzata nell'est dell'Ucraina, le truppe russe hanno liberato il 60 per cento (circa 800 chilometri quadrati) del territorio occupato dagli ucraini nel Kursk e che oltre 50.000 militari di Kiev impegnati nell'offensiva sono stati uccisi o feriti.

Ora Mosca afferma inoltre che in un villaggio di quelli riconquistati, Russkoye Porechnoye, i soldati russi hanno scoperto i corpi di 22 civili uccisi a sangue freddo dagli occupanti, che li avrebbero nascosti negli scantinati di alcune case rurali.

Il Comitato investigativo russo ha affermato di avere identificato cinque soldati ucraini responsabili del massacro, affermando che tra le loro vittime vi sono anche otto donne che sarebbero state violentate prima di essere uccise. La portavoce del Comitato, Svetlana Petrenko, ha detto che le accuse nei loro confronti sono "aver commesso un attacco terroristico, stupro e violenza sessuale di gruppo".

Uno dei soldati è stato mostrato alla televisione russa mentre confessa i crimini che gli sono attribuiti, con grande fatica anche perché affetto dalla balbuzie. Altre immagini mostrano quello che è stato presentato come il recupero di alcune delle salme. La portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha parlato di "crimini disumani" che dimostrano le radici "terroristiche e neonaziste del regime di Kiev", che gli occidentali "sponsorizzano con centinaia di miliardi di dollari ed euro".

"Nonostante tutta la sordità della comunità internazionale e la sua riluttanza a prestare attenzione a tali atrocità, dobbiamo continuare instancabilmente a fare appello alla sua coscienza e alla sua attenzione", ha affermato da parte sua il portavoce Peskov.

  

Mosca: 'Kiev porterà a 18 anni età mobilitazione, è genocidio'

Le autorità ucraine si renderanno colpevoli di un "genocidio" contro la loro stessa popolazione abbassando l'età della mobilitazione militare dagli attuali 25 ai 18 anni, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

La portavoce, citata dall'agenzia Tass, ha detto che "gli anglosassoni hanno chiesto al regime di Kiev" di varare una riforma che consenta appunto di abbassare l'età per la coscrizione. "L'Ucraina - ha aggiunto Zakharova - sta assistendo a un genocidio contro la sua stessa popolazione da parte di coloro che sono stati eletti dal popolo ucraino come leader".
Il presidente Volodymyr Zelensky si è opposto alle richieste della ex amministrazione americana di Joe Biden di abbassare a 18 anni l'età della mobilitazione. Ma la settimana scorsa il coloonnello Pavlo Palisa, vice capo dell'ufficio presidenziale, in un'intervista all'agenzia Ap ha parlato della possibilità di una riforma del sistema di reclutamento per indurre ad arruolarsi anche i cittadini tra i 18 e i 25 anni.

Anche il ministero Difesa russo ha parlato di "modifiche alla legislazione predisposte dal regime di Kiev sotto la pressione dei Paesi occidentali per ridurre l'età della mobilitazione da 25 a 18 anni", affermando che questo è "l'unico modo per Zelensky di ritardare di qualche mese il crollo a cascata del fronte nel Donbass". Secondo il ministero russo, le forze ucraine hanno perso circa 50.000 militari al mese - tra morti e feriti - tra novembre 2024 e gennaio 2025, mentre le nuove reclute non hanno superato le 30.000 al mese, venendo inviate al fronte "senza un addestramento adeguato".

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