(di Francesco De Filippo) Trieste e il suo rapporto con il mare tra passione, business a matrice austroungarica, sport.
E' la linea del nuovo Civico Museo del Mare, trasferito dagli stretti spazi, in centro, a quelli più ampi e suggestivi del Magazzino 26, tra i vecchi docks in Porto Vecchio.
Chiuso in
Campo Marzio il 1 aprile 2019, ha riaperto qui il museo 4
ottobre: 2.000 mq a disposizione.
Area che presto diventerà di 17mila una volta rimosso un muro
ed essersi unito all' adiacente altro museo per dar vita a un
gran museo scientifico.
Se oggi la città ha uno dei porti più attivi del Paese, oltre
all'alacrità degli operatori lo deve a due caratteristiche:
fondali profondi e la connessione con la ferrovia. Il porto di
oggi segue gli sfarzi e i traffici internazionali che ebbe con
gli austriaci, quando era il solo scalo dell'Impero. Sud-Est
asiatico, Giappone, Americhe, da Trieste si partiva per ogni
destinazione del globo, per commercio e, all'industrializzazione
del turismo, per piacere. Intorno a queste attività sorse una
gamma di lavori, molti dei quali accumularono ingenti fortune.
Armatori, cantieristica ma anche assicuratori, i Lloyd,
noleggiatori e tipografi, società di stivaggio, di
rimorchiatori. Oltre a pesca, crocieristica e militare.
Bene, questo mondo è categorizzato in varie sezioni che
comincia dall'archetipo della navigazione, una canoa monossile,
per diramarsi in una ampia biblioteca, in video in più lingue
che spiegano lo sviluppo della navigazione, plastici, anche
barimetrici, diorami, un piccolo batiscafo.
Come spiega la responsabile dei Musei scientifici di Trieste,
Patrizia Fasolato, "l'espansione geopolitica di Trieste coincide
con l'evoluzione degli scafi, si parte dalla vela, dal legno,
fino ai motori, all'acciaio".
Tra libri antichi, laboratori per ragazzi, foto d'epoca
risaltano i modellini di navi, dalle triremi, dai velieri alle
navi a motore, fino a cargo, piroscafi, transatlantici. C'è
quello della pirofregata "Novara", del 1861 che riportò la salma
di Massimiliano e che fece il giro del mondo in tre anni per
ricerca, e ci sono gli arredi della Elettra di Guglielmo
Marconi, e la prima elica inventata da Josef Ressel, tra bussole
azimutale, a secco, di rotta, a liquido. E la pesca: plastici
delle reti distese sott' acqua dai pescatori di Trieste, del
Carso, di Muggia, del Quarnero, d'Istria.
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